Sullo schermo si stanno susseguendo proiezioni e i primi dati dello spoglio delle schede, che proseguiranno per tutta la notte, ma il giorno delle elezioni più importanti del dopo-dittatura sta dando dei risultati molto chiari:
– i due partiti storici che dal 1973 hanno monopolizzato le maggioranze assolute in parlamento, Nuova Democrazia e (soprattutto) il Pasok, subiscono una sonora sberla e perdono la maggioranza assoluta a cui erano abituati e a cui avevano abituato l’intera nazione. Raccoglievano in due quasi l’80% delle preferenze, oggi arrivano a fatica al 35, quando fino a tre anni fa il partito socialista di Georgos Papandreou aveva da solo il 43%. Nuova Democrazia ha poco da gioire: non solo “vince” queste elezioni con uno striminzito 20%, ma si vede tallonata da vicino dal Syriza, il partito della sinistra radicale che all’ultima tornata elettorale non era andato oltre il 5% e credo nemmeno nei suoi sogni migliori il suo giovane leader Tsipras prevedeva potesse diventare un giorno il secondo partito della Grecia.
– Un dato che tutti i mezzi d’informazione, nazionali ma soprattutto internazionali, mettono in evidenza è l’entrata nel parlamento (per ora con 22 seggi) del partito xenofobo, razzista e, molti dicono, neonazista “Alba dorata”, che sorpassa a destra il suo predecessore LAOS (che infatti perde almeno il 3% ed esce dalla scena), probabilmente colpevole, agli occhi dei suoi elettori, di aver inizialmente appoggiato il governo uscente di Papademos, un burocrate alla Monti chiamato a convincere la Troika al prestito che, almeno per ora, ha salvato la Grecia dal default incontrollato, ma l’ha condotta in un abisso sociale ed economico senza precedenti.
A questo punto il messaggio sembra chiaro: è un messaggio che non piacerà sicuramente alla Merkel, perché punisce i due grandi partiti che hanno condotto la Grecia sull’orlo del baratro per poi tentare goffamente di salvarla mettendola però in ginocchio con una politica d’accattonaggio nei confronti della Germania, della Bce e il Fmi che ha portato la disoccupazione in pochi mesi dal 12 al 22% e strangolando di tasse dirette e indirette la popolazione; un messaggio anche – purtroppo – inquietante dal punto di vista sociale, laddove gli estremisti di destra di “Alba dorata” si affermano in maniera piuttosto netta facendo comunque leva su un disagio che inevitabilmente, come capita sempre in queste circostanze, non poteva non sfociare nella “caccia all’ilota“, del resto inventata da queste parti qualche millennio fa e sempre viva ad ogni latitudine.
– Dall’altra parte dello steccato, la sinistra avrebbe, teoricamente – molto teoricamente – l’occasione di imporsi come forza di governo, se solo riuscisse ad appianare le millanta divisioni che la lacerano e che non a caso hanno portato ad un mosaico di partiti che assai difficilmente troveranno un’intesa programmatica. C’è anche da dire che a fronte dell’affermazione della sinistra radicale del Syriza, il partito comunista greco, il KKE, non avanza di molto e anzi registra una battuta d’arresto che dovrebbe finalmente far riflettere tutti, dal suo leader, la signora Papariga, fino all’ultimo suo dirigente: un partito ancora ancorato a schemi antiquati, un linguaggio altrettanto vetusto e mentalità che ricorda il Pci degli anni ’50.
Lo stesso Syriza si trova a gestire un patrimonio verosimilmente labile, frutto piuttosto della protesta di chi non crede più nel Pasok (da dove si pensa sia venuto il grosso dei voti) che non di un elettorato consapevole delle potenzialità di un partito che comunque ora ha l’opportunità di mostrare davvero se, oltre che a protestare, è capace anche di fare proposte concrete e credibili.
Infine, l’ultima considerazione: si dice già che Nuova Democrazia e Pasok insieme potrebbero ottenere la maggioranza di 151 seggi necessaria per governare. Se mai avessero il pudore di stringere un’intesa per un governo bipartitico, sarebbe una vera beffa per i greci, che oggi hanno invece proprio voluto punirli. Non voglio nemmeno pensare alle conseguenze che una tale sciagurata alleanza potrebbe portare. Speriamo che per una volta si comprenda il messaggio delle urne e si agisca di conseguenza.
Come? Non saprei proprio, si apre una fase politica del tutto inedita per la Grecia e piena di interrogativi, ma anche di possibilità . Il popolo greco ha deciso di voltare pagina, una pagina finalmente bianca, che non sarà facile riempire, ma avrà finalmente la libertà di farlo. A modo suo, e non come era stato previsto da altri.